Nei volti disegnati dal salso delle onde di mare antiche storie si svolgono, echi di gesta e antichi racconti; sul lido del porto erano giochi di bambini. Qui, fra i cavalieri del tempio, si aggirava, vivacissimo il figlio di colui che era stato falconiere di Federico II, fedele seguace di Manfredi e ancora di Corradino al cui fianco aveva combattuto trovando infine la morte; i monaci guerrieri pensarono che le sue doti potessero tornare utili al loro ordine, allora ricco quanto potente. Ruggero Flores aveva circa otto anni quando il marsigliese frate Vassayl trascorse l’inverno a Brindisi per il rimessaggio della sua imbarcazione; ebbe modo allora di conoscere Ruggero e avrebbe chiesto alla madre che gli affidasse il figlio per farlo entrare nell’Ordine del Tempio: ancora molto giovane gli fu affidato il comando della più bella e più moderna nave templare, il Falco o Falcone del Tempio. Il suo nome, in ogni angolo del Mediterraneo, dalle Colonne d’Ercole agli estremi lidi di levante, susciterà timore e terrore; avrà un rapporto conflittuale col Tempio con cui romperà i rapporti.

Le darsene prossime al mare, in cui Ruggero amava fermarsi, cambiarono nel frattempo proprietario; soppressi i Templari, entrarono nella disponibilità dei cavalieri del Santo Sepolcro che da qui muoveranno alla conquista di Rodi. Le strutture erano adiacenti l’antica chiesa, da cui derivò il nome dell’intero complesso, di San Giovanni dei Greci; di essa, sparse memorie, frammenti di narrazioni, possono considerarsi, all’interno dell’area archeologica, una struttura muraria absidata e le sette sepolture rinvenute sul lato occidentale dell’area di scavo all’interno di fosse terragne, relative a due diverse fasi di deposizione” poste con un orientamento e disposizione regolare.; era stato esso costruito su memorie, delle molte città, invisibili allo sguardo e per questo meglio conoscibili, che in quel luogo s’erano succedute. In età romana (I-II sec. d.C.) qui era un edificio legato alle attività portuali del tempo.  Crollato, era sostituito da una struttura legata alla lavorazione di metalli, a sua volta abbandonata, fra IV e V secolo, probabilmente in conseguenza di un incendio.  In età medioevale, il sito appare in un primo tempo legato ancora ad attività produttive; all’interno di un recinto murario è stata rinvenuta una vasca rettangolare utilizzata per lo spegnimento della calce.

I Templari prima e i cavalieri di san Giovanni poi ricondussero l’area alla funzione che già aveva avuto in età romana legandola alle attività portuali; qui durante l’inverno le imbarcazioni trovavano ricovero per essere messe in mare in primavera e più precisamente, nel caso di Brindisi, il 27 aprile, giorno del creduto arrivo delle reliquie di san Teodoro, data sovrapposta all’antica, corrispondente alla memoria dell’egiziana Iside. Il sacro, nelle due varie declinazioni, era invocato a tutela dei rischi che la navigazione comportava.

Soppresso l’ordine dei cavalieri del Santo Sepolcro, nel frattempo denominati di Malta, una parte dell’area, incorporando nella ricostruzione strutture medievali, sarà destinata, dopo una fase di abbandono, a ospitare una scuola marinara quasi a sottolineare, nel variare dei tempi e delle situazioni, continuità nella sua funzione al servizio del porto e della città. 

© Tutti i diritti riservati History Digital Library 2019